normativa ATEX

ATEX: Guida Completa alla Normativa per Atmosfere Esplosive

Cos’è l’ATEX e Qual è il Suo Significato?

Definizione di ATEX

Il termine “ATEX” deriva dalla locuzione francese “ATmosphèresEXplosibles” e rappresenta il quadro normativo dell’Unione Europea per disciplinare la sicurezza nelle aree in cui possono formarsi atmosfere potenzialmente esplosive. In pratica, si tratta di due direttive europee che regolano le condizioni di impiego, progettazione e manutenzione delle apparecchiature e degli ambienti di lavoro a rischio esplosione.

In particolare, il riferimento ad “atmosfera esplosiva” riguarda ogni miscela di sostanze infiammabili (gas, vapori, nebbie o polveri) con l’aria, in determinate condizioni operative, che può infiammarsi e propagare un’esplosione. Le direttive ATEX si propongono quindi di garantire la sicurezza di persone, strutture e apparecchiature, riducendo al minimo i rischi derivanti da tali fenomeni.

L’importanza della normativa ATEX

Le industrie soggette alla normativa ATEX (ATmosphèresEXplosibles) sono numerose e appartengono a settori altamente strategici e diversificati. Questa normativa si applica in tutti quei contesti produttivi in cui si possono generare atmosfere potenzialmente esplosive, a causa della presenza, anche solo temporanea, di gas, vapori, nebbie o polveri combustibili. Questi elementi, se combinati con l’ossigeno presente nell’aria e una sorgente di innesco (come scintille, calore o cariche elettrostatiche), possono causare esplosioni devastanti per persone, impianti e ambienti.

Principali settori industriali coinvolti dalla direttiva ATEX

Industria chimica e petrolchimica

Si tratta di uno dei comparti con il più alto livello di rischio, in quanto coinvolge la produzione, manipolazione, trasporto e stoccaggio di sostanze altamente infiammabili. I processi di distillazione, cracking, miscelazione e trasferimento di liquidi e gas combustibili impongono l’utilizzo di apparecchiature e componenti rigorosamente certificati ATEX. Il rischio è presente sia nei grandi impianti di raffinazione sia in impianti chimici di medie dimensioni, dove i materiali volatili e le alte pressioni costituiscono una costante.

Produzione farmaceutica

Anche l’industria farmaceutica, spesso considerata tra le più “sterili”, presenta diversi scenari a rischio ATEX. L’uso di polveri micronizzate, solventi organici e impianti per l’essiccazione o la granulazione dei principi attivi genera potenziali atmosfere esplosive, specialmente in ambienti chiusi. La protezione contro le esplosioni è essenziale nei reparti di miscelazione, incapsulamento, compressione e confezionamento.

Industria alimentare

In questo settore il rischio è talvolta sottovalutato, ma è molto concreto, soprattutto nei processi che coinvolgono materiali in polvere, come farine, zuccheri, spezie, cacao, amidi o latte in polvere. Queste sostanze, se disperse nell’aria, possono formare atmosfere esplosive. I silos di stoccaggio, le tramogge di dosaggio, i miscelatori industriali e i trasportatori pneumatici sono tutti impianti soggetti a potenziali rischi di innesco, per cui è fondamentale adottare misure preventive in linea con la normativa ATEX.

Trattamento dei rifiuti e impianti di depurazione

Negli impianti di gestione dei rifiuti, sia solidi che liquidi, si formano frequentemente gas infiammabili come metano, ammoniaca o idrogeno solforato. I biodigestori, le vasche di raccolta, gli impianti di compostaggio e le centrali a biogas richiedono soluzioni tecniche conformi alla direttiva ATEX per garantire un funzionamento in sicurezza. Anche negli impianti di depurazione delle acque reflue, la presenza di fanghi attivi e sostanze organiche può generare emissioni pericolose.

Settore tessile

Durante le fasi di produzione, lavorazione e finissaggio dei tessuti, possono svilupparsi polveri combustibili derivanti da fibre naturali (cotone, lino) o sintetiche. Inoltre, l’impiego di solventi per le operazioni di tintura e trattamento delle superfici comporta il rischio di vapori infiammabili. Gli impianti di ventilazione e i macchinari devono essere realizzati con dispositivi antideflagranti per prevenire l’innesco accidentale.

Lavorazioni meccaniche e verniciatura industriale

Le officine meccaniche, le carrozzerie industriali, i reparti di verniciatura e i laboratori che impiegano oli, lubrificanti, solventi e vernici in atmosfera chiusa sono ambienti tipici in cui il pericolo di esplosione può diventare reale. Le operazioni di saldatura, molatura, taglio o lavorazioni ad alta temperatura generano scintille e fonti di calore che, combinate con vapori infiammabili, aumentano il rischio. Anche le cabine di verniciatura, i forni e gli impianti di essiccazione devono essere progettati secondo criteri ATEX.

Industria del legno

Un altro comparto soggetto alla normativa ATEX è l’industria del legno, che comprende la lavorazione di materie prime (tronchi, tavole, pannelli), la produzione di mobili, infissi, parquet, imballaggi in legno e componenti strutturali. Le operazioni di segagione, piallatura, levigatura e fresatura generano grandi quantità di polveri di legno finissime, che, se disperse nell’aria in concentrazioni elevate, possono provocare esplosioni in presenza di scintille o superfici calde. Il rischio è accentuato negli impianti di aspirazione e filtrazione, nei silos di raccolta trucioli e nelle camere di verniciatura. Anche la combustione spontanea di polveri accumulatesi nei filtri o nei condotti rappresenta un pericolo reale. Per questo motivo, molti impianti del settore legno richiedono l’utilizzo di motori, sensori, ventilatori e dispositivi elettrici conformi alla normativa ATEX, oltre a specifici sistemi di rilevamento e soppressione incendi.

Come si può osservare, l’ambito di applicazione della normativa ATEX è molto ampio e coinvolge imprese di tutte le dimensioni: dai grandi gruppi industriali alle piccole aziende artigianali che operano in settori ad alto rischio. L’adozione di misure preventive adeguate non solo tutela la salute e la sicurezza dei lavoratori, ma rappresenta anche un fattore chiave di competitività per le aziende che operano in mercati regolamentati e attenti alla sostenibilità.

Per ogni settore produttivo, è essenziale effettuare una corretta classificazione delle zone a rischio (Zone 0, 1, 2 per gas – Zone 20, 21, 22 per polveri) e dotarsi di attrezzature elettriche e meccaniche certificate in base alla zona specifica. È inoltre fondamentale che il personale sia formato e che i processi siano progettati con attenzione al rischio esplosivo, in un’ottica di prevenzione continua e miglioramento costante.

In tutte queste realtà, la corretta implementazione delle direttive ATEX contribuisce alla prevenzione degli incendi, al rispetto delle norme europee e alla protezione degli asset aziendali.

Le Direttive ATEX: 2014/34/UE e 1999/92/CE

Direttiva 2014/34/UE (ATEX 114)

La direttiva 2014/34/UE, nota anche come ATEX 114, stabilisce i requisiti essenziali per le apparecchiature e i sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in ambienti a rischio di esplosione. Si applica a tutti i fabbricanti di prodotti progettati per funzionare in atmosfere potenzialmente esplosive, siano essi motori, valvole, sensori, componenti elettrici, oppure interi impianti.

Gli obblighi fondamentali previsti dalla ATEX 114 per i produttori comprendono:

  • La progettazione e realizzazione delle apparecchiature in conformità con i requisiti di sicurezza essenziali stabiliti dalla direttiva;
  • La valutazione della conformità, attraverso procedure standardizzate che dipendono dal livello di rischio dell’area di impiego;
  • L’applicazione della marcatura CE accompagnata da una marcatura ATEX specifica;
  • La redazione della documentazione tecnica, che deve essere conservata per almeno 10 anni.

Direttiva 1999/92/CE (ATEX 137)

La direttiva 1999/92/CE, nota anche come ATEX 137, è rivolta ai datori di lavoro e ha l’obiettivo di proteggere i lavoratori dai rischi connessi con le atmosfere esplosive. Questa normativa obbliga le aziende a valutare i pericoli presenti nei luoghi di lavoro e ad adottare misure preventive e protettive adeguate.

Le principali disposizioni della direttiva ATEX 137 impongono:

  • La valutazione dei rischi di esplosione attraverso una specifica analisi tecnica;
  • La classificazione delle aree a rischio in zone ben definite (Zone 0, 1, 2 per gas e vapori, Zone 20, 21, 22 per le polveri);
  • L’adozione di misure di prevenzione e protezione, sia tecniche (impianti, sistemi di ventilazione, rilevamento gas) sia organizzative (formazione del personale, procedure di emergenza).

Differenze e complementarietà

Le due direttive ATEX operano su livelli diversi ma complementari:

  • La ATEX 114 regola la produzione e immissione sul mercato delle apparecchiature destinate all’uso in ambienti potenzialmente esplosivi.
  • La ATEX 137 disciplina invece le misure da adottare nei luoghi di lavoro, per garantire la sicurezza dei lavoratori che operano in quelle aree.

Classificazione delle Zone ATEX

Zone per Gas, Vapori e Nebbie

Le zone ATEX sono aree in cui si può formare un’atmosfera esplosiva. Per quanto riguarda gas, vapori o nebbie infiammabili, la classificazione è la seguente:

  • Zona 0: un’atmosfera esplosiva è presente in modo continuo, frequente o per lunghi periodi;
  • Zona 1: è probabile che si verifichi un’atmosfera esplosiva durante le normali attività operative;
  • Zona 2: la presenza di un’atmosfera esplosiva è improbabile, ma possibile, e comunque solo per brevi periodi.

Zone per Polveri Combustibili

Nel caso di polveri combustibili, la classificazione è:

  • Zona 20: presenza continua o frequente di nube di polvere combustibile;
  • Zona 21: possibile presenza durante operazioni ordinarie;
  • Zona 22: presenza accidentale o temporanea.

Metodologie di classificazione

La classificazione delle zone ATEX deve essere effettuata secondo le normative tecniche:

  • CEI EN 60079-10-1: per gas e vapori;
  • CEI EN 60079-10-2: per polveri.

Gli elementi che influenzano la classificazione includono:

  • Le proprietà chimico-fisiche delle sostanze presenti;
  • La frequenza e durata di eventuali perdite o emissioni;
  • Le condizioni ambientali (ventilazione, temperatura, umidità).

Un’analisi dettagliata della classificazione è alla base della progettazione sicura degli impianti.

Certificazione ATEX: Requisiti e Procedure

Categorie di Apparecchiature

Le apparecchiature ATEX sono suddivise in gruppi e categorie, in base alla destinazione d’uso e al livello di rischio dell’ambiente in cui operano.

  • Categoria 1: garantisce il massimo livello di protezione, idonea per ambienti in cui il rischio è continuo o frequente (Zone 0 e 20).
  • Categoria 2: destinata a zone in cui l’atmosfera esplosiva è probabile in normali condizioni operative (Zone 1 e 21).
  • Categoria 3: per aree in cui l’atmosfera esplosiva è improbabile o di breve durata (Zone 2 e 22).

Procedura di Certificazione

Le fasi principali per ottenere la certificazione ATEX includono:

  • La scelta del modulo di valutazione della conformità più adatto (tra Modulo A, B, C, D, E, F, G, H);
  • La preparazione della documentazione tecnica contenente disegni, schemi elettrici, analisi dei rischi e risultati delle prove;
  • L’apposizione della marcatura CE e ATEX, che indica il gruppo, la categoria, il tipo di protezione e la temperatura massima di superficie.

Organismi Notificati e responsabilità del fabbricante

Per le apparecchiature appartenenti alle Categorie 1 e 2, è obbligatoria la valutazione di conformità da parte di un Organismo Notificato, ossia un ente terzo autorizzato dallo Stato membro.

Il fabbricante ha l’obbligo di:

  • Assicurarsi che il prodotto sia conforme ai requisiti essenziali;
  • Conservare tutta la documentazione;
  • Fornire la Dichiarazione di Conformità UE.

Valutazione del Rischio Esplosione (VRE)

Cos’è la VRE e Perché è Necessaria

La Valutazione del Rischio Esplosione (VRE) è un obbligo normativo stabilito dal D.Lgs. 81/2008, che impone al datore di lavoro di analizzare i rischi legati ad atmosfere esplosive, al fine di attuare misure preventive efficaci.

La VRE deve essere effettuata prima dell’inizio delle attività lavorative e ogni volta che si verifichino modifiche agli impianti, alle sostanze utilizzate o alle condizioni operative.

Fasi della Valutazione

La VRE si articola in diversi passaggi chiave:

  1. Individuazione delle sostanze pericolose e delle relative sorgenti di emissione;
  2. Classificazione delle zone ATEX;
  3. Identificazione delle fonti di innesco (elettriche, termiche, meccaniche, statiche);
  4. Scelta delle apparecchiature idonee alla zona;
  5. Stesura del Documento sulla Protezione contro le Esplosioni (DPCE).

Documentazione e Aggiornamento

Il DPCE è un documento ufficiale che deve essere:

  • Redatto prima dell’inizio delle attività;
  • Firmato dal datore di lavoro;
  • Aggiornato periodicamente, soprattutto in seguito a modifiche impiantistiche, introduzione di nuove sostanze, incidenti o anomalie.

Ambienti ATEX: Caratteristiche e Gestione

Identificazione degli Ambienti a Rischio

Gli ambienti ATEX non sono limitati solo agli impianti chimici o petroliferi. Esistono numerosi contesti industriali dove possono svilupparsi atmosfere esplosive, spesso anche in modo non evidente:

  • Silos per cereali e farine;
  • Laboratori farmaceutici con solventi volatili;
  • Impianti di verniciatura e finitura;
  • Officine meccaniche con uso di oli e lubrificanti;
  • Centri di trattamento rifiuti.

Una corretta analisi del rischio permette di identificare e gestire in modo consapevole le potenziali criticità.

Misure di Sicurezza e Prevenzione

Per proteggere ambienti e lavoratori, è essenziale adottare un insieme coerente di misure, tra cui:

  • Progettazione antideflagrante degli impianti;
  • Ventilazione naturale o forzata per evitare accumuli di vapori;
  • Utilizzo di sensori e rilevatori di gas infiammabili;
  • Formazione specifica del personale sugli scenari ATEX;
  • Procedure di emergenza e manutenzione programmata.

Conclusioni

La normativa ATEX rappresenta un sistema articolato ma essenziale per gestire il rischio di esplosione nei luoghi di lavoro. La sua corretta applicazione richiede competenze trasversali che uniscono ingegneria, sicurezza sul lavoro e conoscenze normative.

Conoscere e rispettare le direttive ATEX significa proteggere la vita umana, preservare l’integrità degli impianti e garantire la conformità a livello europeo. È una responsabilità condivisa tra produttori, progettisti, datori di lavoro e tecnici della sicurezza, in una logica di prevenzione e miglioramento continuo.

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